Sull’Alpe di Catenaia, l’avanzata degli Alleati si arena. Hanno conquistato Monte Filetto, Monte Altuccia e Monte Castello, ma i tedeschi hanno fatto del Sasso della Regina un baluardo difficilmente espugnabile.
A valle, in quei giorni, la milizia civica di Sansepolcro riesce a difendere la città. I tedeschi sono ancora minacciosi sui monti. Le porte urbane vengono bloccate e vi montano la guardia gruppi di partigiani. Pattuglie germaniche tentano di infiltrarsi con il favore delle tenebre, o per effettuare demolizioni, o con intenti di razzia. Il 14 agosto si insedierà il Comitato di Liberazione Provvisorio, che nominerà sindaco Carlo Dragoni. Si nutrono preoccupazioni sulla sorte dell’affresco “La Resurrezione” di Piero delle Francesca. Ogni colpo di artiglieria che cade sulla città può essere fatale. È l’ufficiale britannico Anthony Clarke – così si tramanda – a far sospendere l’attività dell’artiglieria su Sansepolcro, ricordandosi che vi si trova il capolavoro.
Intanto i primi sindaci dei comuni liberati cercano di assistere la popolazione prostrata dalla guerra e iniziano l’improbo lavoro di ricostruzione. Li hanno nominati i governatori alleati. Sono Giuseppe Migliorati a Umbertide, Domenico Rondoni a Montone, Bruno Rasarivo ad Anghiari. A Monte Santa Maria Tiberina diventa sindaco l’ex partigiano Guerriero Baffo; gli Alleati decidono pure di trasferire la sede comunale da Lippiano su al Monte, suscitando i mugugni dei lippianesi. Il sindaco tifernate Luigi Pillitu si giova dell’aiuto di un generale, Vito Corsi. È lui a prendere in mano il Comitato Ponti per ripristinare le comunicazioni: ne devono essere ricostruiti una cinquantina.
Per approfondire: Storia tifernate. Operazione Vandal: la battaglia di Monte Castello.