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“Schiavi di Hitler”: a Città di Castello mostra sui deportati italiani e altotiberini

Sabato 28 settembre alla Pinacoteca comunale l’apertura dell’evento promosso dall’Istituto “Venanzio Gabriotti”

Dopo la cattura da parte dei tedeschi e l’internamento in un lager, ecco la foto-ritratto con il numero di matricola di prigioniero di guerra. L’uomo è il tifernate Elio Splendorini. Uno dei circa 700mila militari catturati dai tedeschi, in seguito allo sbandamento delle forze armate italiane dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

Fu, la loro, una durissima esperienza di prigionia nei lager nazisti, segnata per i più da condizioni di vita disumane e da sfruttamento come lavoratori forzati per l’industria bellica germanica. Eppure la grande maggioranza degli Internati Militari Italiani – per quanto privati dei benefici della Convenzione di Ginevra e dell’assistenza della Croce Rossa Internazionale – rifiutarono di cedere alle pressioni per arruolarsi con i nazi-fascisti e veder così migliorato il loro trattamento. Almeno 50.000 di essi morirono in prigionia o successivamente per gli stenti subiti; 40 erano di Città di Castello.

La deportazione in Germania riguardò anche circa 100.000 civili italiani, per lo più giovani rastrellati per fungere da manodopera coatta nel Reich. Gli altotiberini morti per il brutale sfruttamento furono 12. La storia di questi prigionieri e deportati è raccontata nella mostra “Schiavi di Hitler”, che aprirà sabato 28 settembre alle ore 11 nella Manica Lunga della Pinacoteca di Città di Castello e si protrarrà fino a domenica 13 ottobre. È promossa dall’Istituto storico “Venanzio Gabriotti”.

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