Eric Ezechieli, imprenditore tra i pionieri dell’economia civile in Italia, è stato ospite nei giorni scorsi a Città di Castello del convegno “Le regole della sostenibilità”, svoltosi presso il palazzo comunale nell’ambito del Festival dei Cammini di Francesco.
Nel proprio intervento, Ezechieli è partito dalla critica del modello di sviluppo che ha dominato finora, che “non considera i limiti di capacità del nostro pianeta”. Facendo notare che in meno di cento anni sulla Terra siamo passati da due a otto miliardi di persone, l’imprenditore ha posto l’accento sul fatto che “un numero piccolo di queste, un miliardo, sta spingendo sempre più forte questo modello di sviluppo senza limiti”. Se continuiamo in questo modo e “guardiamo a quando i nostri figli avranno la nostra età di oggi, vediamo dinamiche esplosive che ci dicono che è imperativo cambiare modello”. L’impresa non benefit, finalizzata alla sola distribuzione di dividendi per gli azionisti, “è stata molto performante e ha creato una prosperità inimmaginabile, ma adesso deve essere ripensata ed evoluta”, ha spiegato.
Questo obiettivo per Ezechieli ha “una vicinanza fortissima con gli insegnamenti della regola francescana, con il richiamo alla sobrietà, all’efficienza, all’uso intelligente delle risorse. San Francesco diceva povertà, a cui oggi associamo un significato non positivo, ma portato ai tempi moderni il concetto di usare meglio le risorse che abbiamo è indispensabile”.
Dopo aver ricordato quanto siano stati imprevedibili gli accadimenti dal 2020 in poi, l’imprenditore si è detto “quasi certo” che anche d’ora in poi “succederanno delle cose che non potremo neanche lontanamente immaginare, e molte di queste avranno a che fare con la sostenibilità: ci troveremo a vivere situazioni che richiederanno una collaborazione radicale e ci metteranno di fronte ad opportunità e sfide che dovremo affrontare tutti insieme”. Da qui la necessità di “un cambio sostanziale nel fare impresa, che si dovrà fortissimamente avvicinare a quello delle società benefit”. Questo perché “l’impresa è un sistema vivente che opera dentro un ecosistema fatto di cittadini, istituzioni, natura, e non può prosperare se non contribuisce alla prosperità del territorio di cui è parte”.
Secondo Ezechieli questi principi valgono per l’impresa come per la persona singola, perché “come ci ricordava San Francesco noi siamo la natura”, con la quale “siamo completamente interdipendenti”. E l’interdipendenza, ha detto l’imprenditore, “deve essere messa in pratica giorno per giorno, perché solo riconoscendo questi legami e queste interconnessioni, e pensando alle conseguenze di quello che facciamo oggi, possiamo pensare a un futuro prospero”.
Ricollegandosi ulteriormente all’insegnamento francescano, Ezechieli ha infine elencato altri spunti come l’umiltà, cioè “sapere che da soli non si va da nessuna parte e ascoltare gli altri”; la fratellanza, ovvero “prendersi cura di chi ci sta intorno”; il rispetto per le creature, che “deriva dal riconoscere che noi stessi siamo parte di questo sistema”. Una serie di concetti che “si ritrovano nel modello di società benefit che hanno scritto nello statuto che il loro scopo è quello di creare valore sia per gli azionisti, sia per tutto l’ecosistema di cui sono parte”, ha affermato in conclusione.