Dopo le precedenti fumate nere del 5 e del 20 giugno, ieri è stato formalizzato il nuovo consiglio di amministrazione di Estra. Assieme all’approvazione del bilancio di esercizio 2022 e alla decisione di dividere 11 milioni di utili, l’assemblea dei soci ha approvato un nuovo cda composto da Francesco Macrì, Nicola Ciolini, Alessandro Fabbrini, Daria Orlandi e Maria Cristina Rossi. In particolare, dopo l’assoluzione dai capi d’imputazione del “caso Coingas”, Macrì è tornato a rivestire il ruolo di presidente, mentre a Ciolini e Fabbrini sono stati conferiti rispettivamente gli incarichi di amministratore delegato e vice-presidente. Al fine di comprendere le dinamiche che hanno portato a tale nuovo assetto e provare a tracciare la rotta che seguirà ora la società, si segnala il fatto che Ciolini, già presidente di Alia Servizi Ambientali SpA, è pure vice-presidente della neonata Multiutility Toscana, mentre Fabbrini è anche l’attuale presidente di Sei Toscana.
Da questi nomi si evince dunque che alla base di quanto deliberato si riscontra in primo luogo la volontà di dare indirettamente rappresentanza ai territori in cui operano i maggiori soci di Estra, ovvero Alia Servizi Ambientali SpA (la società di gestione dei rifiuti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, già confluita nella compagine della multiutility), l’aretina Coingas, la senese Intesa SpA e l’anconetana Viva Energia: considerato il fatto che il primo detiene il 39,5% delle quote, il secondo e il terzo il 25,14% e il quarto il 10% (il 0,22 appartiene ad Estra SpA), è evidente che presidente, amministratore delegato e vice-presidente siano espressione di un accordo tra i principali tre soggetti.
Un’intesa che probabilmente si è fatto fatica a trovare dopo che il tandem Macrì-Ciolini, di cui si parla da giorni, non era in un primo momento stato accolto favorevolmente da Siena. È dunque proprio l’esigenza di riconoscere un peso significativo a Siena che ha portato all’introduzione di due cariche (ancora da formalizzare tramite modifica dello statuto): quella di vice-presidente assegnata a Fabbrini e quella di condirettore per Fabio Cannari (altro rappresentante senese membro del cda di Sei Toscana). Nonostante questi ultimi aggiustamenti, il peso delle quote di Alia e Coingas ha comunque disegnato una leadership che sicuramente pone in primo piano Arezzo e Prato.
Definito e compreso il nuovo assetto, viene quindi da chiedersi verso quali obiettivi si rivolgerà la società. Questo interrogativo non vuole essere posto in maniera astratta o pretestuosa, ma esclusivamente in funzione del fatto che alcuni degli individui del nuovo cda, oltre a rivestire ruoli che potrebbero fare da ponte, hanno in più occasioni rilasciato esplicite dichiarazioni sull’incorporazione di Estra nella Multiutility Toscana, spiegando le tappe di un processo che consentirebbe a quest’ultima di essere quotata in borsa. In quest’ottica non solo Macrì ha più volte manifestato di essere a favore della nuova holding toscana, ma lo stesso nuovo ad, Ciolini, rappresenta la testimonianza diretta di tale proposito, dato che oltre ad essere vice-presidente della Multiutility Toscana, a gennaio commentò l’atto fondativo della stessa con le seguenti parole: “Con questa scelta la Toscana si colloca sul versante della crescita e dello sviluppo, superando localismi e personalismi. Si intenda, è solo il primo passo, sarà necessario continuare a coinvolgere le altre fondamentali realtà territoriali e produttive della nostra regione verso la quotazione in borsa prevista per il 2024”.
A rafforzare la possibile convergenza di Estra verso la multiutility c’è anche la decisione che il nuovo cda si è subito trovato ad assumere, cioè quella di nominare come direttore generale di Estra Alberto Irace, l’attuale ad della multiutility. Il percorso futuro tracciato sembra quindi essere davvero in discesa, anche se per procedere concretamente in questa direzione i comuni soci di Coingas, Intesa e Viva Energia dovranno necessariamente esprimere un indirizzo. A tal proposito sarà dunque necessario e decisivo avviare un’articolata discussione politica su una decisione che, inevitabilmente, produrrà effetti anche per la gestione futura di altre tipologie di servizi.