L’Umbria, con l’Altotevere in prima fila, non solo si conferma la culla dell’innovazione brassicola italiana, ma può davvero diventare punto di riferimento della filiera della birra prodotta con il luppolo. Su questa nuova eccellenza dell’agricoltura del territorio, protagonista del nascente filone del turismo legato alla birra, si gioca una sfida da centrare sull’innovazione, in primis quella digitale, e con una forte vocazione all’internazionalizzazione. È il cuore del messaggio arrivato dalla presentazione del progetto Hops Digital Hub (HDH), nato con il sostegno del Bando sulla digitalizzazione e promozione delle Reti di impresa promosso dalla Camera di Commercio dell’Umbria.
“Hops Digital Hub permette di fare azioni straordinarie di comunicazione digitale – ha spiegato Stefano Fancelli di Luppolo Made in Italy – per costruire con la forza dei dati una narrazione che sta creando una comunità di appassionati in ogni parte d’Italia e d’Europa”. Il luppolo è quindi “una grande nuova eccellenza del made in Italy nel mondo che si fonda su una filiera agricola sempre più di qualità”, e HDH è “uno strumento per promuovere un nuovo turismo, quello brassicolo, che è come il turismo dell’olio e del vino e trova nell’Umbria una culla di nuove esperienze di conoscenza dei valori e delle tradizioni della nostra terra”, ha detto ancora Fancelli.
“Sul luppolo – ha detto l’assessore regionale Roberto Morroni – abbiamo concentrato l’attenzione all’interno della strategia delle filiere corte che abbiamo lanciato in questi mesi. Una strategia – ha spiegato l’assessore – che ci ha portato a mettere l’accento sulle eccellenze della nostra agricoltura e anche ad allargare l’orizzonte a colture più inedite per il nostro territorio ma che hanno come elemento caratterizzante quello di essere produzioni ad alto valore aggiunto. La prospettiva è quella di fare dell’Umbria la capitale italiana del luppolo”, ha concluso Morroni.
