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Rifiuti, in vista dei nuovi rincari si acuiscono le polemiche

Le critiche di alcuni comuni fanno slittare l'approvazione del nuovo PEF. Dalla Valtiberina per ora non si rilevano prese di posizione

Dopo che lo scorso 19 febbraio l’Assemblea dell’ATO Toscana Sud ha rinviato l’approvazione del nuovo Piano Economico Finanziario (PEF) 2024-2025, si sono registrate alcune prese di posizione, espresse non soltanto dai comuni, ma anche dal gestore Sei Toscana. Proprio in rappresentanza di quest’ultimo, il presidente Alessandro Fabbrini ha pubblicamente spiegato che il costo dei servizi è stato calcolato correttamente in base alle richieste effettuate dai singoli comuni: così come prevede la normativa nazionale, la definizione dei corrispettivi è determinata direttamente dalle linee guida e dai parametri stabiliti dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), la quale stabilisce quali sono i costi ammissibili, le modalità di rivalutazione e i relativi modelli di ripartizione. Per il resto, sempre secondo Fabbrini, dovrebbe essere l’ente che rappresenta i comuni, appunto l’ATO, a trovare eventuali soluzioni alternative per gestire tutti quei servizi, a partire dallo smaltimento, che rientrano nel corrispettivo ma che non sono imputabili a Sei Toscana.

Alla luce di tutto questo, lo stesso presidente ha ribadito “la disponibilità a chiarire ogni aspetto legato alla gestione rifuggendo però nel modo più assoluto di cadere in polemiche strumentali di carattere politico (anche a mezzo stampa) che potrebbero sorgere con ancor più facilità visto l’avvinarsi dei prossimi appuntamenti elettorali”. È dunque plausibile che il dibattito di questi giorni possa essere stato enfatizzato, ad arte, per questioni elettorali? Più che rispondere a questa domanda può forse, in questa sede, essere utile riepilogare cosa è successo nelle ultime due settimane e cosa hanno contestato i comuni che si sono opposti all’aumento delle tariffe.

In primo luogo c’è da sottolineare che il rinvio dell’approvazione del PEF 2024-2025 è stato determinato dalle prese di posizione di due grandi comuni dell’area Toscana Sud, cioè Grosseto e Siena: questi, unendosi ad altri, hanno infatti conferito concretezza ad una critica che in questo modo ha assunto una dimensione tale che non poteva più essere trascurata. Dopo la seduta dell’Assemblea, l’Amministrazione di Grosseto è quindi tornata sulla questione con la pubblicazione di una nota che dettagliava le criticità individuate, a partire dagli aggiornamenti delle tariffe disposti da ARERA che concorrono annualmente, in maniera sistematica, ad incrementare le tariffe del servizio. Subito dopo, il comunicato si è soffermato su alcuni malfunzionamenti che sembrano caratterizzare, quasi in maniera congenita, l’ATO, ovvero l’ente che dovrebbe garantire e tutelare i comuni: secondo l’Amministrazione di Grosseto alla base dell’approvazione del PEF ci sarebbe una logica ricattatoria che sottopone i comuni all’obbligo di deliberare il corrispettivo in tempi utili, quindi prima del termine massimo oltre il quale si rischia la sospensione del servizio. In tal modo i Sindaci, dovendo analizzare una “monumentale” mole di dati in un lasso di tempo decisamente ristretto, non hanno materialmente modo di studiare analiticamente le proposte e comprendere quanto dovranno convalidare attraverso il voto in Assemblea. Inoltre, sempre secondo l’Amministrazione di Grosseto, è inconcepibile che la determinazione dei corrispettivi relativi ai fabbisogni standard venga prima sottoposta al parere di Sei Toscana e poi, solo a cosa fatta, presentata ai comuni. I meccanismi dell’ATO non sarebbero, quindi, in grado di tradursi in vere e proprie forme di tutela per quest’ultimi e, in tutto questo, appare altresì arduo garantire i più basilari principi di trasparenza che dovrebbero, ad esempio, consentire ad un amministratore di “capire meglio la veridicità e la composizione dei due milioni di consulenze di Sei Toscana e di cosa si compone la voce di oltre sei milioni di euro per le locazioni”.

Oltre a Grosseto anche un comune della provincia di Arezzo è in questi giorni uscito sui giornali denunciando l’aumento dei costi contenuti nel PEF 2024-2025: trattasi di Capolona che, nonostante una percentuale di raccolta differenziata che da anni si colloca al di sopra del 77%, dovrà subire rincari piuttosto marcati. Per questo motivo, nel comunicato pubblicato, prima si spiega di voler chiedere all’ATO – attraverso la trattazione di un apposito punto all’ordine del giorno – di individuare, tramite la Regione, misure (come contributi e bonus) che possano concorrere ad abbattere le tariffe Tari dei cittadini virtuosi.

Vedremo, in definitiva, quello succederà nei prossimi giorni, con la consapevolezza che la strada che sarà intrapresa, di continuità o di rottura, sarà inevitabilmente legata alle posizioni che assumeranno i vari comuni: in quest’ottica sarà dunque interessante osservare come si schiereranno gli amministratori della Valtiberina, dato che anche loro dovranno esprimersi votando o meno il PEF 2024-2025.

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