La diga di Montedoglio garantisce alla grande contro un eventuale prolungamento del gran secco. L’invaso artificiale ha infatti immagazzinato una quantità di acqua tale da scongiurare qualsiasi apprensione. L’ultimo fresco aggiornamento registra un’altezza superiore ai 387 metri sul livello del mare, che corrisponde a quasi 100 milioni di metri cubi. “Chiuderemo la stagione con un volume pari a quello dell’inverno di due anni fa – ha sottolineato l’ingegner Simone Viti, presidente di Ente Acque Umbre Toscane – e ricordo che da pochi giorni è entrato in funzione l’impianto che porta l’acqua per uso idropotabile a Chiusi, in Valdichiana, attraverso l’impianto del Calcione. Per ciò che riguarda l’uso irriguo, nessun problema, non dimenticando che prima o poi le piogge torneranno, per cui l’estate 2024 ci ha messo al sicuro sotto questo punto di vista”.
Possiamo perciò affermare che, in quanto a disponibilità della risorsa, questa è la migliore delle ultime estati? “Senza dubbio, anche perché fino a quella del 2022 il muro di sfioro in parte crollato nel dicembre del 2010 non era stato ripristinato – ricorda l’ingegner Viti – e non siamo ancora a regime per i consumi. Il fatto che le precipitazioni ci abbiano accompagnato fino in pratica a tutto giugno ha facilitato il compito: adesso siamo arrivati al picco per l’erogazione dell’acqua in Valtiberina, dal momento che sono tanti gli ettari coltivati a tabacco e la necessità di acqua è più impellente che mai, ma è pur vero che fra dieci, al massimo quindici, giorni questo prodotto inizierà a essere colto e quindi le previsioni inducono a concludere che di acqua nel lago ne rimarrà abbastanza e tale da coprire le varie esigenze. La stagione irrigua si conclude – come noto – il 15 settembre, anche se più volte vi è stata una proroga di due settimane”.
A quando l’entrata in funzione a pieno regime della diga? “Dal punto di vista tecnico non vi sono più impedimenti di alcun genere, per cui la variabile chiave diventa l’andamento atmosferico: più pioverà e prima si giungerà al livello massimo (quota 393,60 metri sul livello del mare), che significa oltre 140 milioni di metri cubi”, ha concluso il presidente Viti. Certamente, la Valtiberina ha sopportato a suo tempo il sacrificio di un pezzo di territorio, ora sommerso dall’acqua del bacino artificiale; vi furono allora proteste umanamente comprensibili, anche se oggi ci si sta rendendo conto dell’importanza di avere questo prezioso “serbatoio” e quindi della lungimiranza di chi, decenni fa, volle la diga di Montedoglio.