Con la data di ieri, domenica 15 ottobre, si è chiusa la lunga stagione irrigua della Valtiberina toscana. Per il perdurare del bel tempo e della siccità, quest’anno il termine per poter utilizzare l’acqua proveniente dall’invaso di Montedoglio e dalle reglie è infatti stato prorogato rispetto agli anni precedenti. Da un punto di vista gestionale si ricorda che sul versante toscano della piana del Tevere la distribuzione dell’acqua è affidata all’Unione Montana dei Comuni: dato che la sua principale fonte di attingimento è Montedoglio, tale ente si pone dunque come intermediario tra gli agricoltori locali e l’EAUT (Ente Acque Umbro Toscano) che, invece, si occupa delle opere infrastrutturali per l’accumulo e l’adduzione dell’acqua destinata alla Valtiberina attraverso la gestione di circa 25 km di condotte e 12 laghetti di compenso.
Al fine di avere un riscontro e tracciare un minimo di bilancio rispetto al periodo irriguo appena conclusosi, abbiamo dunque provveduto a contattare il presidente dell’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana Alfredo Romanelli, il quale ha spiegato che quest’anno, dopo un inizio di stagione caratterizzato piogge abbondanti, i consumi irrigui sono aumentati progressivamente nel corso dell’estate, concentrandosi nei mesi di luglio, agosto, settembre e, in parte, persino ottobre: proprio grazie a tale dilazione temporale il quantitativo di acqua distribuita ha pressappoco ricalcato quello degli anni precedenti attestandosi intorno a 3 milioni di metri cubi. Nel complesso, quindi, la pressoché totalità delle aziende che aveva presentato la domanda per la campagna irrigua 2023, ha potuto beneficiare del servizio richiesto.
Per quanto riguarda la copertura non si sono riscontrati problemi, anche se la modalità di attingimento della risorsa idrica non è stata sempre la stessa: a sud della Strada Statale Senese-Aretina, nell’area di Gricignano, mancando ancora una rete irrigua per la distribuzione dell’acqua di Montedoglio, è stato utilizzato il sistema di reglie alimentato dal Tevere. Questo ha di fatto contribuito a soddisfare il fabbisogno di questa porzione di territorio, anche se i richiedenti hanno dovuto sostenere costi lievemente più alti per coprire le conseguenti spese di pompaggio (5 € per ogni ora di acqua prelevata, invece che 0,15 € a metro cubo). In merito a tale questione, il presidente Romanelli ha riferito di avere avviato un canale di collaborazione con la Regione Toscana che a breve potrebbe consentire all’Unione Montana dei Comuni di effettuare gli interventi necessari per dotare quest’area di un’efficace rete distributiva. Ciò andrebbe dunque a risolvere un problema piuttosto annoso, portando l’acqua di Montedoglio anche laddove oggi questa ancora non arriva (per il conseguimento di questo obiettivo, già qualche anno fa uno studio tecnico del territorio arrivò a definire un progetto esecutivo che però, in termini di attuazione, non ha mai avuto un proseguo).
Sempre in un’ottica di miglioramento del servizio, per il prossimo anno si potrebbe risolvere un altro elemento di potenziale criticità, cioè quello che riguarda l’impianto di sollevamento di Albiano, ovvero il sistema che pompa l’acqua di Montedoglio alla quota necessaria per far sì che questa possa raggiungere i laghetti di compenso: dato che al momento l’intera linea di adduzione si regge su un sistema dotato di soltanto tre pompe, l’EAUT ha già avviato i lavori per realizzare un secondo impianto che, grazie all’installazione di altre due pompe, non solo consentirà di aumentare la portata dei prelievi, ma renderà anche più affidabile e funzionale l’attingimento alla risorsa idrica dell’invaso.