Sono trascorsi più di tredici anni da quando l’acqua dell’invaso di Montedoglio aveva raggiunto il suo massimo livello di altezza, ovvero il giorno in cui si verificò il crollo di una parte del muro di sfioro. Era infatti il 29 dicembre 2010 quando fu toccato il valore massimo di 394,62 m s.l.m.: in quell’occasione l’acqua raccolta si trovò a superare l’altezza stessa dello scolmatore di 2 cm, raggiungendo la condizione prevista per concludere la procedura di collaudo. Come è ormai risaputo, la sera della stesso giorno si verificò però l’incidente che nel giro di pochi giorni portò al parziale svuotamento del bacino artificiale.
Dopo un decennio il muro di sfioro è stato ricostruito e questo sta ora consentendo di innalzare, di nuovo, il livello dell’acqua all’interno dell’invaso. Grazie alle abbondanti precipitazioni primaverili, in questi giorni è stata toccata quota 390,55 m s.l.m., due metri e mezzo in più rispetto allo scorso anno, quando in questo stesso periodo fu raggiunto il valore di 388 m: di fatto, dunque, rispetto al 2023 al momento a Montedoglio si registrano 2,5 m in più di altezza che, di fatto, corrispondono a circa 15-16 milioni di mc di acqua in più. Proprio in termini volumetrici l’invaso sta al momento contenendo un quantitativo di risorsa idrica che si aggira attorno ai 124 milioni di mc d’acqua, mentre per arrivare al massimo previsto dal progetto la stessa dovrà salire ancora fino a 393,60 m s.l.m. (in seguito alle mutate condizioni meteorologiche e la relativa rivalutazione idraulica, nelle fasi di riprogettazione post-incidente l’altezza dello sfioratore è stata ridotta di un metro).
Seppur non all’apice, l’attuale livello dell’acqua è sicuramente da interpretare come una notizia positiva: questo, a pochi giorni dell’inizio della stagione irrigua (apertasi formalmente con il 15 di maggio), contribuisce infatti ad infondere un certo ottimismo in vista del periodo estivo. In merito a ciò non è certo semplice fare previsioni, dato che i consumi di acqua per usi irrigui sono di norma direttamente proporzionali al perdurare dei periodi di siccità: basti, infatti, pensare che mediamente ogni estate si utilizzano circa 17-18 milioni di mc, anche se le differenze tra le varie annate sono molto marcate, visto che si va da punte di 22-23 milioni a minimi, come quello toccato lo scorso anno, di 13 milioni. Premesso ciò, per elaborare previsioni bisognerà innanzitutto capire per quanto si protrarranno le attuali piogge: se queste, infatti, dovessero prolungarsi fino a giugno inoltrato i consumi potrebbero essere in linea con quelli del 2023, quindi contenuti. Ad ogni modo, anche se così non fosse e i prossimi mesi dovessero essere particolarmente siccitosi, con gli attuali numeri è lecito supporre che Montedoglio non dovrebbe comunque andare in crisi.
Un ultimo aspetto che si lega al livello dell’acqua è quello che ha indirettamente a che fare con il collaudo: per completare tale iter è necessario seguire una procedura che, tramite diversi cicli di invasi e svasi, prevede ovviamente anche il raggiungimento dell’altezza massima prevista. Per arrivare a questa condizione al momento mancano ancora circa 3 m, perciò è piuttosto verosimile ipotizzare che per chiudere questa partita bisognerà aspettare almeno un anno, o forse anche di più, dato che questo cammino sarà fortemente condizionato dalle precipitazioni e dagli effettivi impieghi irrigui.