Due compleanni ravvicinati per la E45, che però continua a rimanere nell’occhio del ciclone. Anzi, c’è odore di un nuovo esposto. Procediamo con ordine: relativamente al tratto appenninico, risale al 1974, cioè a 50 anni fa esatti, l’apertura al traffico del breve tratto fra Canili e Verghereto (Case Martini), della lunghezza di quasi 5 chilometri con tre gallerie, fra le quali quella di Montecoronaro, che con i suoi oltre 900 metri è una fra le più lunghe in assoluto. Almeno in Romagna, è la terza dopo quella di Quarto e di Bagno. Il 16 luglio 1996, invece, l’inaugurazione dell’ultimo tratto dell’intera Orte-Ravenna, quello fra Quarto e Sarsina in direzione nord, alla presenza dell’allora ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro. Solo pertanto nel tratto compreso fra Sansepolcro e Sarsina, vi sono 22 anni di differenza con aperture più o meno scaglionate nei tempi, quelle che poi all’atto pratico fanno ancora la differenza a livello di manutenzione (viste appunto le epoche di realizzazione) e quindi di cantierizzazione.
Dagli amministratori del public group “Vergogna E45” su Facebook, che comunque si è trasformato con il tempo in uno strumento di servizio, oltre che di protesta, per l’intera lunghezza dell’asse viario, l’anticipazione della quale abbiamo riferito poco sopra, a seguito di una situazione che continua a rimanere disagiata fra restringimenti, deviazioni e salti di carreggiata. “Dovremo riflettere sulla questione, ma non è escluso che, a estate terminata, non possa uscire un nuovo esposto da parte nostra sulle condizioni della superstrada”. Chi parla è Erika Dori di Pieve Santo Stefano a nome di “Vergogna E45”, il public group su Facebook attivo oramai da anni e che a oggi conta oltre 18mila membri, compresi quei tanti utenti che per motivi di lavoro o altro percorrono con una certa frequenza la Orte-Ravenna. Il riferimento è alla situazione generale e comprende anche la piazzola di sosta all’altezza di Pieve Santo Stefano, che è franata nel febbraio del 2018 e per la quale si parla di lavori sospesi. Ma a fugare i dubbi è Anas: la ricostruzione della piazzola è terminata e in quel punto permane lo scambio di carreggiata fino a quando non verranno posizionate le nuove barriere laterali, dopodichè avverrà la riapertura. Vergogna E45 rimane comunque vigile su ogni versante.
Per il resto, le buone notizie riguardano la galleria Poggio, quella vicina allo svincolo di Madonnuccia, dove starebbero per essere ultimati i lavori di adeguamento degli impianti di illuminazione e con i pali della “smart road” in corso di allestimento verso Pieve Santo Stefano, a nord della quale insistono i cantieri per gli interventi più articolati: la manutenzione programmata sul viadotto Pozzale (sopra l’omonima galleria) e il ripristino strutturale corticale e profondo, con impermeabilizzazione dell’impalcato, sul viadotto Mottarelle (353 metri), dove la conclusione è prevista per il 3 maggio del prossimo anno. È invece in fase di definizione l’epilogo sia del rifacimento pressochè totale degli oltre 1500 metri di viadotto Tevere IV, sui quali si opera da anni, sia della manutenzione ordinaria più adeguamento sismico e strutturale dei 200 metri del Puleto, ultimo ponte prima dell’ingresso in Romagna.
Mezzo secolo di vita, come sottolineato, per una direttrice di grande comunicazione che ha purtroppo preso il posto della vecchia A3 Salerno-Reggio Calabria nella classifica delle disastrate. Eppure, viene segnalata quale sostituta della A1 in caso di blocchi della circolazione, come talvolta avvenuto. Vista allora la sua importanza come alternativa viaria, perché non renderla una volta per tutte all’altezza della situazione, anche per una questione di sicurezza? In fondo, di soldi per essa ne sono stati spesi tanti.