Un primo importante passaggio nel complesso iter che porterà al ripristino del tratto inagibile della ex Statale Tiberina 3Bis, al confine tra Toscana ed Emilia Romagna. Nei prossimi giorni le province di Arezzo e Forlì-Cesena organizzeranno un tavolo dedicato alla stesura del cronoprogramma delle opere, un documento preliminare che per legge deve essere presentato al Ministero delle Infrastrutture prima di dare avvio ai diversi interventi in cantiere.
Dopo gli annunci della scorsa estate, con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il comune di Pieve Santo Stefano e l’ente provinciale per la nuova presa in carico della tratta dopo il declassamento del ’97, si entra dunque nella fase operativa del maxi progetto da 39 milioni di euro che dovrà portare alla riapertura della tratta Valsavignone-Canili – circa cinque chilometri – interdetta al traffico da oltre vent’anni a causa di numerose frane e smottamenti lungo il percorso.
“Abbiamo lavorato per far sì che il primo intervento da 5 milioni riguardi il tratto toscano, dove sono presenti le principali criticità – spiega il sindaco di Pieve Claudio Marcelli – dopo l’ok del Ministero si procederà con la firma della convenzione e l’avvio dei bandi per l’assegnazione delle opere. I tempi burocratici non saranno certamente tempestivi, ma finalmente stiamo vedendo i primi spiragli di luce dopo decenni di buio”.
L’importanza di questa antica strada nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo è ben nota, trattandosi dell’unica viabilità alternativa in caso di chiusura della superstrada E45. La questione della riapertura della ex Tiberina 3Bis era tornata alla ribalta delle cronache nazionali all’indomani del sequestro del viadotto Puleto nel gennaio del 2019.