Il sindaco di Caprese Michelangelo Claudio Baroni non correrà per il secondo mandato. Lo ha ufficializzato ieri sera: “È stata una decisione sofferta, maturata nelle ultime settimane pensando a quello che è stato il mio sforzo personale in questi anni nel dedicarmi con amore e dedizione al Comune. C’è la consapevolezza che le sfide affrontate e quelle future richiedano un impegno continuo e costante, con un dispendio di energia notevole che in questo momento non riesco a garantire”, ha scritto in una nota.
Si delinea dunque una lista unica appoggiata trasversalmente da centrodestra e centrosinistra, con la candidatura a sindaco che dovrebbe toccare all’ex dirigente dell’Unione dei comuni Marida Brogialdi, in pensione da fine 2021. Un’operazione a cui la politica del comune michelangiolesco stava probabilmente lavorando da tempo, cercando di mantenere la riservatezza fino allo scadere dei termini per la presentazione delle liste (sabato alle 12).
Dopo Badia Tedalda e Sestino nel 2019, Caprese potrebbe dunque diventare il terzo comune della Valtiberina toscana su sette a presentare alle elezioni un solo candidato a sindaco e a dare vita a un consiglio comunale senza opposizione. Uno scenario che conferma la tendenza alla morte per consunzione della politica, e con lei della democrazia rappresentativa.
A conferma di ciò il dettaglio per cui, se tutto sarà confermato, ad una tecnica – come detto già dirigente dell’Unione – passerà proprio la guida del comune a cui dall’anno prossimo spetterà la presidenza dell’ente comprensoriale. Con tutto il rispetto per la persona e per le sue indubbie competenze, è fin troppo facile leggere questo passaggio come un chiaro segnale di abdicazione da parte della politica.
