“Se sono voluta venire di proposito qui a Pieve Santo Stefano, è per due motivi: il primo è la presenza dello stupendo Museo del Diario, del quale mi hanno sempre parlato bene e che quindi ho potuto finalmente visitare; il secondo è per rendere merito ai volontari, ai militanti e ai simpatizzanti del partito che da anni e anni si impegnano per tenere in vita la Festa de l’Unità”.
Un grande applauso sotto l’ombra delle piante del parco Amintore Fanfani, che hanno tentato di smorzare la forte calura del pomeriggio di sabato 27 luglio, ha accolto Elly Schlein al suo arrivo negli spazi di una manifestazione che ricorderà per sempre l’edizione 2024, quella che ha visto “storicamente” arrivare il segretario nazionale del Partito Democratico. Oltre 300 le persone convenute, nonostante il gran colpo degli organizzatori si sia in pratica concretizzato all’ultimo istante: qualche minuto di ritardo rispetto all’ora stabilita delle 16, ma soltanto perché la Schlein è rimasta letteralmente affascinata dall’archivio diaristico nazionale e dal museo multimediale, che contengono migliaia e migliaia di memorie scritte.
C’erano i vertici regionali, provinciali e locali del Pd, c’era anche l’onorevole Walter Verini giunto dalla vicina Città di Castello e non ha saltato l’appuntamento nemmeno il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli. Più tardi, ecco anche il presidente della Regione, Eugenio Giani. D’altronde, anche Pieve e la Valtiberina erano da considerare tappa importante di un momento politico alquanto vivace, con in prima linea la battaglia referendaria contro l’autonomia differenziata. Prima dell’intervento di Elly Schlein, il saluto del locale segretario del Pd, Christian Bergamaschi.
“E’ una riforma sbagliata, che vuole spaccare in due un Paese bisognoso invece di essere ricucito – ha esordito la Schlein – e le diseguaglianze maturate in questi anni fra crisi economico-finanziaria ed energetica, pandemia e guerre, sono aumentate. L’autonomia differenziata fatta senza mettere un euro vuole aumentare i divari; al contrario, i divari debbono essere ridotti perché li hanno pagati soprattutto le aree interne e il sud d’Italia, ma la riforma è sbagliata anche per il nord: è impossibile immaginare di avere venti diverse politiche energetiche senza che questo si traduca nella incapacità di abbassare le bollette alle famiglie e alle imprese, quindi è una riforma senza senso, frutto di un cinico baratto con il premierato, altra riforma pericolosa in quanto accentra il potere nelle mani del capo del governo. Abbiamo quindi dato il via alla raccolta firme e siamo molto contenti per il fatto che in questa prima settimana, fra banchetti e adesioni online, vi sia già la fila”.
A proposito di “campo largo” con estensione a Italia Viva, la Schlein è stata chiara: “Da un anno e mezzo insisto su un concetto, in base al quale le alleanze non si fanno in stanze chiuse fra gruppi dirigenti, ma solo se stiliamo insieme l’elenco delle priorità che interessano agli italiani, come fatto nei territori e se insieme ci mettiamo a lavorare”.