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“Sansepolcro presto sotto i 15.000 abitanti, che fare?”

Insieme Possiamo apre il dibattito: “Invertire la tendenza o effetti disastrosi”

Una veduta di Sansepolcro

I dati demografici del comune di Sansepolcro, diffusi nei giorni scorsi, mostrano un significativo calo del numero di abitanti. Sempre più netto il saldo negativo tra nascite e morti, ormai non più compensato dall’arrivo di immigrati dall’estero o dal resto d’Italia rispetto a quanti lasciano la città pierfrancescana.

Sul tema è intervenuto con preoccupazione il gruppo politico di Insieme Possiamo. In un lungo documento ha sottolineato le criticità della discesa sotto la soglia dei 15.000 abitanti, che in assenza di un’inversione di tendenza è ormai imminente: per esempio si passerebbe alle elezioni senza ballottaggio, con una sola lista per candidato a sindaco, meno consiglieri e meno assessori, quindi con un ulteriore calo di rappresentanza e di professionalità a disposizione del primo cittadino. Inoltre scendere di fascia di classificazione avrebbe come conseguenza anche la diminuzione di personale e di risorse economiche.

A quello che Insieme Possiamo definisce “un disastro” è necessario tentare di porre rimedio. Secondo la forza politica, una prima risposta immediata potrebbe essere quella di “farsi aiutare dai propri cittadini con una richiesta diretta di non spostare la residenza in altri comuni e chiedere a coloro che al momento non vivono a Sansepolcro di riprendere una residenza temporanea”. Si tratta di “misure tampone” che tuttavia “hanno funzionato in alcuni comuni italiani per evitare simili declassamenti”. C’è però un secondo livello di intervento, partendo dall’analisi dei motivi dello spopolamento per individuare soluzioni di lungo periodo. Secondo Insieme Possiamo “andrebbe potenziato e incentivato l’uso statistico dei dati raccolti” dagli uffici demografici, e inoltre occorrerebbe la costruzione di eventi pubblici sul tema, coinvolgendo anche sindacati, imprenditori e tutti coloro che potrebbero aiutare.

Spunti verso cui indirizzare la riflessione vengono visti dal gruppo politico nella “mancanza di opportunità di lavoro per laureati e specialisti”, nella “qualità del salario, che nel nostro territorio non è più quella del passato”, e poi nei “costi della casa, dei terreni produttivi e delle utenze superiori a tanti altri comuni italiani ed in particolar modo a quelli limitrofi”, così come “gli affitti di appartamenti e attività commerciali, sui quali ci sarebbe margine per trovare incentivi destinati a calmierare i prezzi”. Mancano inoltre “quasi del tutto sostegni alle giovani coppie destinate a diventare giovani famiglie, alle giovani imprese, ai liberi professionisti e a coloro che creano posti di lavoro di qualità”, sia sul piano economico che della stabilità.

Insieme Possiamo tocca inoltre la questione dell’emigrazione da parte degli stranieri, soprattutto quelli di seconda generazione, che tornano nei Paesi d’origine o comunque lasciano Sansepolcro; dell’abbandono della montagna e in parte della campagna; della necessità di “investire in formazione cercando di coinvolgere università e scuole nel trovare nel patrimonio immobiliare di Sansepolcro luoghi di crescita culturale”. In conclusione dell’intervento viene puntato il dito anche sull’“impoverimento di servizi, dalla sanità-sociale alla gestione dei beni comuni e quindi anche all’allontanamento della gestione di parte di essi”, che “ha sicuramente contribuito a rendere la città sempre più povera di sicurezze e opportunità”.

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