Il Principato di Monaco sarebbe la nazione sovrana più piccola del mondo se non fosse superata dalle dimensioni minime della Città del Vaticano. Mentre quest’ultima vive la propria peculiarità grazie alla religione cattolica e alla figura del Pontefice, il piccolo stato che si affaccia sul Mar Ligure, oltre ad essere una metà della dolce vita e un luogo con un regime fiscale privilegiato, è sicuramente una delle capitali mondiali degli sport motoristici. Il Principato ospita all’interno dei propri confini il più prestigioso Gran Premio di Formula Uno e la conclusione di uno dei rally di velocità più difficili del mondo, nonché ha saputo inventarsi le versioni per auto storiche di entrambi gli eventi. Ma Monaco non guarda solo al passato del motorsport, poiché sia negli ultimi anni di regno del Principe Ranieri III, sia sotto il forte impulso dell’attuale sovrano Alberto II, è maturato uno sguardo anche all’automobilismo green. L’E-Rallye Monte Carlo, riservato alle sole auto elettriche o alimentate ad idrogeno è arrivato alla settima edizione, mentre le gare a basso impatto ambientale organizzate dall’Automobile Club de Monaco presero il via già venticinque anni fa.
Ricariche gratuite
Non tutto è costoso all’interno dei confini del Principato di Monaco. Se un soggiorno in un albergo monegasco o un pasto in un ristorante sono eventi non ordinari per coloro che vivono con un salario medio ,è curioso scoprire che ricaricare un’auto elettrica è completamente gratis. Tradotto in vile denaro e utilizzando il costo medio di una ricarica veloce di Enel in Italia significa risparmiare oltre 50 euro, o almeno 35 usando come riferimento il costo delle ricariche rapide della vicina Francia.
In molte delle oltre trecento colonnine di ricarica sparse nei due chilometri quadrati di territorio di fatto si può anche parcheggiare senza pagare per la durata della carica. Quindi se invece che una colonnina veloce si sceglie una lenta significherà poter stare numerose ore in giro per Monaco e Monte Carlo senza pagare il parcheggio, questo anche a due passi dal Casinò o dal Palazzo reale. Il piccolo Stato punta moltissimo sulla promozione della mobilità a emissione zero e lo fa con gesti importanti. Lanciare una gara per questo tipo di veicoli e trasformarla in pochi anni in un evento motoristico esclusivo rientra tra le azioni che regalano maggiore visibilità e che possono raccontare le potenzialità di questo tipo di mobilità, mentre i sessantamila chilometri di gara che le sessanta auto elettriche percorrono costano a tutti gli equipaggi zero euro grazie alle ricariche nel Principato.
Velocità e consumi al centro della gara
L’edizione 2023 dell’E-Rallye Monte Carlo ha visto al via sessanta equipaggi ed era valevole come ottava prova della Bridgestone FIA Ecorally Cup, di fatto il mondiale delle auto elettriche e ad idrogeno. Nonostante il costo di iscrizione alla gara sia circa cinque volte superiore a qualsiasi altro evento del campionato, non mancano gli iscritti e coloro che rimangono fuori dalla rosa di sessanta auto ammesse. Esattamente come nel rally storico pagare l’iscrizione non corrisponde alla certezza di prendere parte all’evento. La nostra partecipazione al campionato della Federazione Internazionale dell’Automobile, ma soprattutto il fatto di essere in lotta per il titolo iridato, ci ha permesso di avere un percorso di ammissione privilegiato. In ogni caso le partecipazioni precedenti e il terzo gradino del podio dell’edizione 2022 ci avrebbero probabilmente aiutato ad essere comunque ammessi.
Per la grande visibilità che offre, la gara attrae le case automobilistiche ma anche ex campioni di rally e perfino della Formula Uno. Come tutto ciò che riguarda Monte Carlo, non mancano poi iscritti desiderosi per una volta nella vita di prendere parte ad un evento motoristico di alto livello o anche semplicemente vivere una gara da co-protagonista in una delle località più lussuose del mondo. La particolarità di questo tipo di rally è che non vince quello che va più veloce ma l’equipaggio che esprime la maggiore efficienza dell’automobile. In ogni prova speciale vengono assegnate delle velocità da cercare di mantenere dalla partenza all’arrivo e per ogni decimo di secondo di differenza rispetto al tempo ideale viene assegnata una penalità. Provate ad immaginare di dovere guidare stabilmente a 50 km/h sui tornanti di una strada di montagna e capirete che tipo di difficoltà i piloti e i copiloti possono incontrare. In alcuni tratti si deve guidare come in una gara di velocità ma allo stesso tempo è fondamentale tenere d’occhio i pedali di freno e acceleratore per rigenerare energia e per non consumarla troppo repentinamente. Infatti l’altro elemento che contribuisce a formare il risultato della gara è il consumo energetico. Incrociando le classifiche sportive e di consumo si avrà il risultato finale del rally. Fondamentale per salire sul podio è riuscire a primeggiare in entrambe le specialità.
Una settimana vissuta pericolosamente
Il rally di velocità e quello storico si corrono sempre in inverno con condizioni stradali spesso caratterizzate dalla neve delle Alpi francesi, mentre l’E-Rallye si corre in autunno con giornate che possono avere condizioni meteo imprevedibili. A causa del percorso che dalla Costa Azzurra spesso si inerpica sulle montagne può capitare di cominciare una giornata con il sole e continuare con una tempesta. Quest’anno pioggia e vento sono stati protagonisti assoluti costringendo gli organizzatori a ridurre il chilometraggio di una tappa e a cancellare due prove speciali. Le strade percorse nei quattro giorni di gara erano spesso piene di fogliame, rami d’albero e non mancavano le pietre rotolate sull’asfalto. Queste ulteriori complicazioni hanno messo a dura prova i nervi degli equipaggi che oltre alle consuete difficoltà di un percorso complicato dovevano spesso fare i conti con le sorprese che ogni curva riservava. A tutto questo bisogna aggiungere che gli storici percorsi del Rally di Monte Carlo e di quello di Sanremo non trasmettono tranquillità a causa della forte esposizione e delle protezioni minimali di fronte a burroni di centinaia di metri. Impossibile fare ricognizioni preventive poiché da quest’anno il percorso di gara viene comunicato solamente un’ora prima della partenza di ogni singola tappa. Improvvisazione, esperienza ed un pizzico di fortuna diventano la chiave per ottenere buoni risultati.
Ad un passo dal sogno
Erano almeno venti gli equipaggi che potevano ambire alla vittoria della gara. Tra questi c’eravamo anche noi con l’onore e l’onere di essere l’unica squadra italiana in grado di potersela giocare. L’inizio non è dei migliori ma prova dopo prova andiamo in crescendo riuscendo a vincere anche una “speciale” e la tappa del secondo giorno di gara. Il vero e proprio capolavoro riusciamo a farlo in terra italiana quando la gara è sconfinata nella provincia di Imperia per percorrere tre delle storiche prove del Rally di Sanremo. Anche in Italia siamo i vincitori di giornata e incredibilmente alla vigilia delle due speciali in notturna dell’ultimo giorno guidiamo la classifica sportiva. Anche solo vincere la parte dedicata alla regolarità sarebbe un grandissimo onore dato che nessun pilota italiano ha mai vinto Monte Carlo nell’attuale formato, e prevalere davanti a sessanta equipaggi rappresentanti di ben quindici diverse nazionalità sarebbe come vincere un campionato del mondo. Ad un’ora dalla partenza dell’ultima tappa scopriamo quello che sospettavamo, ovvero che le due ultime prove saranno sulle strade attorno al mitico Col de Turini. Pensiamo attentamente alla tattica di gara scegliendo di non puntare solamente al risultato sportivo ma di prestare attenzione anche ai consumi in una serata nella quale percorreremo dislivelli importanti. Basta pensare che Monaco si trova al livello del mare e il Colle oltre i 1600 metri, e non sarà l’unica salita che percorreremo. I consumi contribuiranno alla classifica almeno quanto la parte sportiva. I più vicini a noi sono i baschi Conde-Sergnese con i quali probabilmente ci giocheremo anche la graduatoria dell’efficienza, come già avvenuto più volte nelle ultime gare.
Assieme ad Artur Prusak abbiamo sfidato anche la tradizione che dice che chi è in testa alla vigilia della notturna sul Col de Turini non vinca mai il Rally. Dopo la prima delle due prove siamo ancora in testa seppure di un solo secondo. Puntiamo più sui consumi che sulla difesa del primato nella parte sportiva. Se gli spagnoli vinceranno la regolarità con noi secondi e noi vinciamo i consumi con loro secondi avremo gli stessi punteggi ma prevarremo nella combinata, così dicono le regole di questa gara. La notte ci consegna i risultati sportivi e come previsto gli iberici sono davanti seppure per poco. Ora si tratta di aspettare il mattino per il responso della parte di gara dedicata all’efficienza. Il mattino si rivelerà beffardo perché in effetti siamo davanti agli spagnoli nei consumi, ma a sua volta un altro equipaggio ci supera in modo imprevisto in questa classifica. I nostri due secondi posti valgono meno rispetto al primo e terzo degli spagnoli. Siamo secondi ad un passo da quello che poteva essere il successo più importante della mia carriera sportiva. Dispiaciuti ma consapevoli di avere fatto una gara eccellente, mettendo dietro di noi tutti gli avversari tranne i campioni del mondo in carica, ci consoliamo con la coppa consegnata dal Segretario di Stato (Primo ministro) del Principato di Monaco e con un articolo su L’Equipe dove siamo subito dopo i risultati della Formula Uno e addirittura prima di quelli del Motomondiale.
La Bridgestone FIA Ecorally Cup dovrà aspettare la gara delle Dolomiti per essere assegnata. Tre settimane di attesa e tre equipaggi racchiusi in quattro punti, ma questa è un’altra storia che racconteremo la prossima volta.