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L’ALLENATORE DELLA SIA COPERTURE SAN GIUSTINO, PIETRO CAMIOLO PREMIA IL DURO LAVORO DI QUESTI MESI

Se non è fatta al 100%, proprio a causa di una inezia meramente matematica, si può tuttavia parlare di salvezza al 99,5%. Dopo il 3-1 ottenuto a Castelfranco di Sotto, la Sia Coperture San Giustino è sotto lo striscione del traguardo: deve soltanto tagliarlo e potrebbe riuscirci anche stando alla finestra. Se infatti sabato 22 aprile il San Michele Firenze non dovesse cogliere punti a Orvieto, il verdetto diverrebbe ufficiale già prima di scendere in campo il giorno successivo al PalaVolley contro la Gramsci Reggio Emilia. All’indomani della Pasqua, quindi, in casa biancazzurra si festeggerà la permanenza in B1 e Pietro Camiolo è il tecnico che ha guidato verso l’obiettivo una squadra piombata addirittura in ultima posizione a metà della fase di andata. Il raggiungimento della salvezza va pertanto a premiare che cosa? “Il duro lavoro portato avanti in questi mesi – afferma Camiolo – perché è stata un’annata complessa dal punto di vista degli infortuni e la squadra al completo, cioè al squadra “vera”, l’ho avuta dalla decima giornata in poi, anche se questo non deve assolutamente costituire un alibi. Per quelle che sono le mie metodologie, ho dovuto svolgere un lavoro dapprima cognitivo (dieci pedine erano nuove per me), poi tecnico e infine tattico, fermo restando che gli infortuni non ci hanno mai lasciato e che ancora manca un ultimo piccolo ritocco per chiamarci definitivamente fuori”.

Lo abbiamo già fatto notare: 7 punti contro le “grandi” al ritorno, che costituiscono anche il margine di vantaggio sulla terzultima piazza. Fin troppo facile affermare che il segreto della salvezza sia stato questo particolare bottino? “Sì, ma vorrei evidenziare un aspetto ancora più significativo: avevo recuperato tutte le effettive, che però in quel momento non potevano essere in condizioni di forma e il calendario non sentiva ragioni. Il grande merito è stato allora quello di capitalizzare in 5 giornate l’enorme mole di lavoro: siamo riusciti a raccogliere subito quanto avevamo seminato e allora permettetemi un elogio alle ragazze, perché sono state fantastiche”. Ragionando sempre con i numeri, 12 punti raccolti nell’intera fase di andata e già 15 nella seconda parte del campionato, con 3 partite ancora da disputare: il cambio di passo è stato abbastanza evidente. “Un ottimo passo. La società è tornata a più riprese sul mercato, senza però trovare nessuno. Questo fattore ha finito con il creare una coesione ancora più forte all’interno del gruppo”. Già, il gruppo: non si può certo affermare che sia venuto meno … “Sì, questo è vero, ma il gruppo rimane unito se viene gestito sul piano psicologico”. Il momento più difficile della stagione? “Il periodo di Natale e anche gennaio: in quei frangenti, i ritmi erano diventati massacranti, ma ho sempre creduto sia nel mio lavoro che nelle ragazze. Le singole atlete sono cresciute e, di conseguenza, hanno fatto crescere il collettivo: questo spiega anche i 7 punti strappati alle squadre di testa”.

In che modo verranno ora gestite le tre gare che mancano al termine del campionato? “In modo professionale: spero di dare più spazio a chi finora ne ha avuto di meno e di far riposare le giocatrici più “tartassate”, anche se – ripeto – non siamo salvi al 100% e ci piacerebbe concludere a quota 36, cioè ottenere il massimo di qui alla fine. L’obiettivo della vittoria rimane pur sempre prioritario”. E cosa rappresenta questa salvezza nella carriera di allenatore di Pietro Camiolo? “Il lieto fine della prima esperienza fuori dai confini del Lazio. Un’esperienza senza dubbio positiva, costellata da tante difficoltà che sono state brillantemente superate, perché le ragazze sono maturate in misura esponenziale. Ottima l’intesa con il mio collaboratore, Claudio Nardi e con il massofisioterapista, Andrea Marconi; ho potuto contare sulla vicinanza di diverse persone dello staff societario, che ringrazio di cuore e faccio i miei complimenti alla società per l’organizzazione logistica: alloggi, palazzetto, palestra e altre strutture presenti qui a San Giustino sono un supporto davvero ottimale per poter lavorare al meglio”.

 

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