Nel corso dell’ultima riunione dell’Assemblea dell’AIT (Autorità Idrica Toscana) è stata approvata una delibera che recepisce quanto proposto dalla “Conferenza Territoriale n. 3 – Medio Valdarno” di cui fanno parte i comuni che sono serviti dal gestore Publiacqua, cioè quelli dell’area fiorentina e pratese, con una parte importante anche di quelli della provincia di Pistoia e del Valdarno aretino.
Le tappe che stavano indirizzando verso la gestione pubblica
Rispetto alle altre conferenze territoriali rappresentate nell’Assemblea, la n. 3 non si era ancora espressa formalmente sulla futura gestione dell’acqua. Ciò non aveva comunque impedito, nel novembre 2018, di approvare all’unanimità una delibera dell’Assemblea dell’AIT in cui, in virtù degli indirizzi delineati dalle conferenze territoriali fino a quel momento, veniva accolta ufficialmente la volontà di affidare la futura gestione del servizio idrico integrato ad una società in house. In pratica con questo atto i comuni dell’Assemblea diedero mandato al direttore dell’AIT di elaborare un modello che potesse riportare l’acqua ad essere totalmente gestita da un ente pubblico.
Tale indirizzo fu inoltre ribadito due anni dopo, nel novembre del 2020, quando la stessa assise si espresse a favore di una gestione che, nello scongiurare l’accentramento in un unico Ato regionale, provvedesse ad assegnare maggiore centralità ai territori tramite una logica di prossimità.
Il cambio di rotta
Dopo questi importanti precedenti, lo scorso 24 luglio (data in cui si è tenuta la seduta dell’Assemblea) i rappresentanti dei comuni serviti da Publiacqua hanno chiesto e ottenuto la formalizzazione ufficiale di quanto avevano deciso il 31 maggio durante la riunione della Conferenza Territoriale n. 3, ovvero l’intento di voler affidare il servizio idrico ad una società mista (cioè con al suo interno anche una componente privata oltre a quella pubblica). In contrasto con la gestione in house precedentemente sostenuta da tutti i membri dell’Assemblea, tale volontà risponde principalmente ad un’esigenza: quella di poter affidare anche l’acqua alla neonata Multiutility Toscana. Non a caso nel testo della delibera si spiega puntualmente che la modalità mista potrà comunque garantire l’interesse pubblico senza che si possa incorrere nei vincoli e nelle limitazioni di un affidamento a società in house. Subito dopo, inoltre, si fa esplicito riferimento alla possibilità di “sviluppare e sfruttare i benefici effetti delle sinergie con gli altri soggetti pubblici o a prevalente capitale pubblico che operano nel medesimo territorio gestendo altri servizi di pubblica utilità, così come previsto negli atti di costituzione approvati dagli stessi comuni della cosiddetta Multitutility Toscana”.
Il destino della Valtiberina
In definitiva, la recente nascita della Multiutility è riuscita già a produrre un forte contraccolpo all’interno dell’AIT, mettendo in discussione un indirizzo precedentemente condiviso ed approvato che avrebbe riportato la gestione dell’acqua ad essere totalmente pubblica. Il fatto, inoltre, che la proposta dei comuni della Conferenza Territoriale n. 3 sia stata approvata quasi all’unanimità con 38 comuni favorevoli ed uno contrario (Montemurlo), induce a pensare che probabilmente da qui in avanti i giochi potrebbero riaprirsi anche in altre aree della Toscana. Nei prossimi mesi sarà dunque curioso vedere come si evolverà questa partita, visto che anche il destino della Valtiberina, così come quello di tutta l’area aretina, è collegato a doppio filo con quanto avverrà nel resto della regione.