Confermata dalla Procura di Perugia la richiesta di arresti domiciliari per l’ex amministratore unico di Sogepu, Cristian Goracci di Città di Castello, e per l’amministratore di Ece (ex Ecocave), Antonio Granieri, residente a Collazzone. Nella mattina di giovedì 19 settembre si è tenuto il contradditorio preventivo, prima applicazione in Italia della legge Nordio sull’avviso di arresto, procedura introdotta dalla riforma della giustizia, che prevede per determinati reati l’obbligo di interrogare l’indagato prima di prendere decisioni sull’applicazione della misura cautelare. Erano presenti in tribunale il procuratore capo Raffaele Cantone, il pm Paolo Abbritti e il giudice per le indagini preliminari Natalia Giubilei.
Su Goracci e Granieri pende l’accusa di corruzione legata al maxi appalto per la gestione dei rifiuti in 14 Comuni dell’Alta Umbria, per un valore complessivo di 315 milioni di euro; Goracci avrebbe ricevuto oltre 700mila euro da Ece per presunte consulenze mai svolte. A parere della Procura, l’ingente somma sarebbe stata versata per favorire la partecipazione di Ece all’appalto, che poi si è aggiudicato Sogeco, società controllata per il 51% dalla stessa Ece. E Granieri è ritenuto il responsabile dell’operazione.
Il gip Giubilei si è riservata di decidere sulle richieste delle misure cautelari avanzate dalla Procura, ma è alquanto probabile che prenderà il provvedimento a stretto giro di tempo. Chi invece pare destinato a uscire dalla vicenda, o comunque a vedere ridimensionata la propria posizione, è l’imprenditore Massimiliano Nebbiai di Montone, anche lui accusato di aver pagato una tangente, seppure di importo molto inferiore (36mila euro) sempre a Goracci per ottenere un appalto da 300mila euro sulla fornitura dei cestini per la raccolta dei rifiuti. Sul conto di Nebbiai, infatti, la Procura ha deciso non richiedere i domiciliari.