Si è completato questa mattina l’iter di approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto di gestione della Provincia di Arezzo: dopo un primo ok del consiglio (il 29 marzo per il previsionale e il 14 aprile per il consuntivo), si sono pronunciate oggi dapprima l’assemblea dei sindaci e a seguire di nuovo l’assise consiliare per la ratifica definitiva dei due atti.
I primi cittadini hanno consegnato al presidente Alessandro Polcri un’ampia maggioranza trasversale. Tra comuni presenti direttamente in Sala dei Grandi e altri rappresentati per delega, i voti favorevoli sul rendiconto relativo all’esercizio 2022 sono stati 33, con tre assenti. Sul bilancio di previsione, più rilevante politicamente, i voti a favore sono stati 32 su 36: assenti Cortona e Monte San Savino, sono arrivati invece pareri di forte contrarietà da Montevarchi e Castiglion Fiorentino.
I rispettivi sindaci, Silvia Chiassai Martini e Mario Agnelli, hanno motivato il proprio voto contrario nel corso di lunghi interventi. “Non si può paragonare la Provincia all’Unione dei comuni”, ha detto l’ex presidente. “La Provincia è un ente di primo livello, previsto dalla Costituzione, che ha un peso maggiore dei nostri comuni, e mi piacerebbe che lei ne fosse orgoglioso”, ha affermato rivolgendosi al suo successore. Contestando una delle argomentazioni di coloro che hanno scelto di appoggiare il bilancio di Polcri, Chiassai ha poi detto che “non è vero che in caso di mancata approvazione si perdono i soldi del Pnrr; un eventuale commissario porterebbe avanti in esercizio provvisorio tutte le opere già previste. La differenza tra un commissario e il presidente è che quest’ultimo deve esprimere una volontà politica”, ha precisato, “e l’unica volontà politica che vedo è quella di indebitare l’ente con dei nuovi mutui”.
Ancora più netto il primo cittadino castiglionese, che rivolgendosi ai colleghi sindaci ha sottolineato di vedere “una certa abilità da parte di tutti a fare finta di niente rispetto a quello che è accaduto, un teatrino indecoroso in cui l’immobilismo è prettamente legato a equilibri politici che ancora non si sa se siano stati trovati. Il comune di Castiglion Fiorentino non partecipa al mercato delle vacche”, ha aggiunto Agnelli, “e questo significa che ci poniamo all’opposizione. Non facciamo finta di essere tutti amici, ci sono degli equilibri politici che devono essere rispettati”, ha detto l’esponente leghista.
Voto favorevole dai sindaci della Valtiberina
Per la Valtiberina erano presenti, oltre al sindaco di Anghiari Polcri, quello di Monterchi Alfredo Romanelli, in rappresentanza anche di Sansepolcro e Sestino, quello di Pieve Santo Stefano Claudio Marcelli, con la delega di Caprese Michelangelo, e il vicesindaco di Badia Tedalda Ivano Sensi. Tutti hanno votato favorevolmente, con Marcelli e Sensi che hanno caldeggiato il rispetto degli accordi sottoscritti dall’ex presidente Chiassai nella parte finale del proprio mandato riguardo alla Tiberina 3 bis e alla Strada della Luna (il tema è stato toccato anche nell’intervento della stessa sindaca di Montevarchi: “Penso di aver fatto per la Valtiberina più che le altre amministrazioni in 70 anni”, ha tra l’altro commentato).
Subito dopo si è riunito il consiglio provinciale, che ha approvato bilancio e rendiconto con l’avallo del centrosinistra e di quasi tutto il centrodestra, con l’esclusione della rappresentante della Lega Cinzia Santoni, che ha votato contro. Non ha preso invece preso parte al voto la consigliera del Patto civico Stella Scarnicci, che ha imputato a Polcri “una gestione incerta e poco chiara” e il fatto di “aver fatto entrare in Provincia la diatriba tra partiti parlando di coalizioni e appartenenze” anziché puntare a “creare un governo più amministrativo che politico”.
In definitiva, dopo le turbolenze delle scorse settimane Alessandro Polcri resta in sella alla Provincia in maniera relativamente salda, ma lo scenario politico è comunque instabile. Restano infatti una convergenza trasversale che molti hanno dovuto ingoiare senza entusiasmo, l’aperta ostilità di due comuni importanti e la sempre più marcata divisione interna alla compagine di centrodestra.