Si è svolta questa mattina – alla presenza delle autorità civili e militari, della delegazione dell’Anpi e del nuovo ambasciatore sloveno in Italia Matjaž Longar – la tradizionale cerimonia di commemorazione dei 446 cittadini jugoslavi i cui resti sono conservati nel Sacrario degli Slavi all’interno del cimitero Sansepolcro. Si tratta di civili morti in Italia durante la detenzione nei campi di internamento o caduti nella Resistenza dopo essersi uniti ai gruppi partigiani. Tra loro anche la gran parte delle 159 persone morte di stenti nel campo fascista di Renicci ad Anghiari.
La presenza di civili jugoslavi in Italia e in particolare in Valtiberina durante la Seconda guerra mondiale fu frutto delle deportazioni di decine di migliaia di persone dai territori del Paese balcanico occupate dal Regio esercito, dove era in corso un processo di italianizzazione forzata sulla scia di quello già attuato nelle province annesse dopo la Prima guerra mondiale.
Il Sacrario di Sansepolcro è uno dei quattro presenti in territorio italiano, realizzato nel 1973 dalla Repubblica di Jugoslavia su progetto dello scultore Jovan Krahtovil. Nel servizio le immagini della cerimonia e le parole dell’ambasciatore Longar, del sindaco di Sansepolcro Fabrizio Innocenti e della presidente dell’Anpi Patrizia Fabbroni.