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In Spagna con le energie alternative

Tutte le soluzioni a basso impatto ambientale per raggiungere la penisola iberica dall'Italia

Il parco eolico di Vilafranca (foto Eco Rallye Comunitat Valenciana)

Seconda puntata per la rubrica che si occupa degli eco-viaggi. Ancora una volta racconteremo come già adesso si possano attraversare pezzi d’Europa utilizzando veicoli non alimentati con i carburanti tradizionali. Ci concentreremo in particolar modo sulla mobilità elettrica e su quella a biometano, senza trascurare altri carburanti che possono riservare interessanti sorprese. Analizzeremo punti di forza e debolezze dei sistemi di alimentazione dei veicoli, soffermandoci su quelli più adatti a raggiungere la destinazione che di volta in volta sceglieremo. Come dimostreremo, la mobilità a basse emissioni è alla portata di tutti e non un lusso per pochi. Non mancheranno i consigli su come organizzare un viaggio ecologico ed economico.

La Comunità Valenciana

La seconda tappa della Fia ecoRally Cup, il campionato internazionale dedicato alle auto elettriche, è nella città di Castellón de la Plana, distretto agricolo e industriale circa ottanta chilometri ad est di Valencia. Il clima mite favorisce in tutta l’area attorno alla nostra destinazione la coltivazione di arance e mandarini. Castellón e la vicina Villa-Real costituiscono uno dei più importanti distretti europei per la produzione della ceramica. La Comunità Valenciana è una delle diciassette comunità autonome che compongono il Regno di Spagna, vera e propria federazione asimmettrica, quindi con poteri e libertà amministrative differenti tra i vari soggetti federali, nella quale convivono realtà molto diverse tra loro per cultura, lingua e tradizioni. Indicativamente la Comunità Valenciana si sovrappone storicamente all’antico Regno di Valencia e la lingua parlata è un dialetto catalano lungo la costa e il castigliano nell’entroterra. I rapporti con Madrid sono più sereni rispetto a quelli tra la vicina Catalogna e lo stato spagnolo.

Coltivazione di agrumi nella Comunità Valenciana

Negli ultimi anni abbiamo spesso visitato Castellón sul finire dell’inverno, che di fatto climaticamente corrisponde alla primavera inoltrata italiana. Non c’è da stupirsi di trovare gente seduta sui tavoli all’aperto già nella prima settimana di marzo grazie alle temperature miti. La città ha un interessante sviluppo urbanistico con un centro storico antico circondato da zone di espansione moderne, fino a raggiungere il porto a circa sei chilometri dalla città vecchia. Capolavoro della riqualificazione urbanistica è lo spostamento della stazione ferroviaria dal centro alla periferia liberando numerosi spazi destinati ad una semplificazione della circolazione stradale, favorendo in primis quella pedonale e ciclistica. La ferrovia continua ad attraversare la città ma lo fa sottoterra, eliminando l’impatto urbanistico ed acustico e continuando a garantire importanti collegamenti con il resto della Spagna.

Un’ulteriore curiosità geografica che riguarda sia Castellón de la Plana che la Comunità Valenciana è quella di essere attraversati dal meridiano di Greenwich, con la conseguenza che quando si programma il navigatore satellitare bisogna prestare attenzione al segno “più” o “meno” nella longitudine. Il rischio di sbagliare direzione per questo aspetto è molto più comune di quanto si possa pensare, per coloro che non sono abituati.

L’attenzione all’ambiente e alle nuove energie

L’Ecorally della Comunità Valenciana da alcuni anni ospita una lunghissima prova speciale su una distanza di circa settanta chilometri attraverso l’immenso parco eolico di Vilafranca, ad oltre mille metri di altitudine sulla cresta di una catena montuosa. Da solo è in grado di generare energia per oltre centomila persone e come è facile immaginare la sua nascita non è stata immune da polemiche sull’impatto ambientale di queste enormi strutture. La Spagna ha scelto da molto tempo di puntare fortemente sull’eolico sfruttando la gran parte delle zone ventose del proprio territorio. Ad oggi, con il 23,1% dell’intera energia prodotta nel paese, è la prima fonte energetica della Spagna che complessivamente ha raggiunto il 47% se si considera tutte le rinnovabili. Al secondo posto c’è l’energia nucleare, poco sopra il 20%. In Spagna ci sono cinque centrali nucleari ed esisteva un programma che prevedeva una graduale chiusura. Le vicende energetiche degli ultimi anni hanno fermato il piano di dismissione che al momento è limitato alla non apertura di nuovi impianti. Come nel resto d’Europa, il tema è al centro di grande attenzione sia da parte della politica che dell’opinione pubblica.

Valencia Ricariche

Complessivamente in Spagna sono in rapida diffusione le auto elettriche, ma ha particolare spazio anche la mobilità a gas naturale e a metano liquido. Le colonnine di ricarica sono circa trentacinquemila come in Italia, anche se distribuite prevalentemente nella parte centrale e orientale del paese, mentre la zona verso il Portogallo ha meno infrastrutture. In Spagna ci sono oltre centocinquanta punti di rifornimento di biometano, dei quali diciassette nella Comunità Valenciana. Molto diffuso è anche il metano liquido, con importanti infrastrutture a disposizione del trasporto pesante. Il biometano ha avuto una vera e propria crescita negli ultimi anni grazie alla consapevolezza che rifiuti e agricoltura avrebbero messo a disposizione molta materia prima da trasformare in preziosa energia.

Un altro passo ecologico importante del governo spagnolo è stato quello di disincentivare i voli interni per favorire i trasporti ferroviari. L’obiettivo di medio periodo è la scomparsa di tratte aeree come quella tra Madrid e Barcellona, che è già sostituita da collegamenti ferroviari e stradali.

Costi di un viaggio tra Italia e Spagna usando le nuove energie

Nel calcolare i costi di un viaggio via terra tra Italia e Spagna entrano inevitabilmente in gioco anche i prezzi dei rifornimenti in Francia, dato che le strade transalpine costituiscono una parte importante del tragitto. Lungo le autostrade che collegano le tre nazioni mediterranee non mancano le infrastrutture sia per la ricarica elettrica veloce che per i rifornimenti di biometano o metano. In Francia è molto diffuso l’etanolo, conosciuto con la sigla E85.  In realtà si tratta di una miscela costituita da 85% di etanolo e 15% di benzina. Non è adatta a tutti i motori, ma volendo si può aumentare la percentuale di benzina aggiungendola direttamente nel serbatoio. Il prezzo è molto più basso di quello della benzina tradizionale, anche se negli ultimi mesi ha avuto un aumento importante passando da circa 0,80 a 1,10 euro al litro. Sempre più conveniente della benzina tradizionale, che al momento in Francia è attorno a 1,90 euro con punte di 2,20 litro in autostrada. Sempre nelle strade francesi e spagnole non è mai stato conveniente il gpl, con un costo attuale sopra ad un euro per litro contro gli 80 centesimi italiani. La Francia incentiva fortemente l’uso dell’auto elettrica e questo lo si percepisce sia da infrastrutture molto capillari, in numero più che doppio rispetto all’Italia, sia da costi di ricarica tra i più bassi d’Europa. Un utente di una ricarica fast Ionity senza nessun abbonamento attivo paga 0,69 euro a kWh contro 0,79 di Italia e Spagna.

Ricarica veloce

Per quanto riguarda metano e biometano il prezzo medio attuale spagnolo è ben al di sotto di quello italiano e francese. In Spagna attorno a 1,4 euro a Kg, in Italia 1,75, mentre in Francia è addirittura due euro.

Il costo attuale all’epoca del nostro viaggio per ogni chilometro percorso con ognuno di questi carburanti, utilizzando come riferimento la nostra Kia e-Niro e un’automobile di media cilindrata con impianto a metano, viaggiando alla media di cento chilometri orari e con temperature primaverili, è all’incirca il seguente:

Come si vede, se si è sottoscritto un abbonamento Ionity da 17,99 euro al mese il prezzo a kWh scende a 0,35 euro, con la conseguenza che il costo a chilometro del nostro viaggio si abbatte fino a 5 centesimi.

Ricordiamo che i consumi delle auto elettriche risentono molto della temperatura esterna e quindi tra il precedente viaggio invernale in Svezia e questo in Spagna abbiamo registrato, a pari velocità media, un miglioramento dei consumi di circa il 10%. Infine le variabili sul costo di ricarica elettrica dipendono da molti fattori e dai tipi di abbonamento a disposizione. Continuiamo a utilizzare il prezzo delle ricariche veloci come riferimento generico, tenendo conto del fatto che non abbiamo mai fatto ricariche lente dovendo percorrere il nostro viaggio nell'arco di ventiquattro ore.

L'alternativa via mare

La traversata via mare è sottovalutata dagli automobilisti, ma è un vero e proprio paradiso per i camionisti che possono godersi una mini crociera e allo stesso tempo utilizzare le ore di viaggio per il riposo necessario e obbligatorio che chi guida i mezzi pesanti deve rispettare. Sia in inverno che in estate ci sono tratte quotidiane tra i principali porti italiani e quello di Barcellona. Alcune linee raggiungono anche Valencia. I punti di partenza dal centro e nord Italia sono Savona, Genova, Livorno, Civitavecchia, oltre naturalmente alla Sardegna.

Nave Barce

Calcolando i costosi pedaggi autostradali italiani e francesi, il carburante, pasti e almeno un pernottamento si può benissimo constatare che il viaggio in nave sia come tempi, circa venti ore, che come costi è davvero il metodo più economico ed ecologico per raggiungere la Spagna dall'Italia. Attualmente il pedaggio per un’auto sulla tratta Civitavecchia-Barcellona supera i cento euro. Il costo del viaggio in nave per automobile e guidatore è inferiore.  A questo possiamo aggiungere la sicurezza rispetto al rischio di incidente stradale, oltre al fatto di trascorrere tempo in assoluto relax invece che concentrati a guidare la propria auto.

Un altro elemento interessante è che le navi di ultima generazione sono ibride e utilizzano motori elettrici per le manovre portuali sia in arrivo che in partenza, abbattendo le emissioni almeno nei pressi delle aree abitate.

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